L’articolo è un’esibizione plateale della prosperosità. Mecenate ritiene, fuori della volontà e della voluttà, che tanto la magniloquente determinazione quanto la solenne indeterminazione siano sciatterie del significato, inconfutabilmente la classe di pertinenza è ignobile. La proprietà sopraffatta e subissata da doti in cerca di una dispensa affermativa, assume le sembianze della copiosità. Sincerato che il beneficio al pari dell’articolo è superfluo, Mecenate non comprende come la preferenza possa ricondursi alla privazione e alla difficoltà. Esemplifica che non è sfiorato dalla possibilità di trasferire la proprietà, possibilità che dà adito come da proposizione precedente, alla copiosità querelante il plagio, in conciliazione è spinto da una finezza affinché la preferenza non sia costretta, nella sciagurata ipotesi dell’esattezza, a correlare il prestito. Mecenate desidera senza esigenza l’esaudito, desidera l’ascolto della preferenza, ascolto che non si tesaurizza quale preferenziale.

2 pensieri su “Mecenate

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