Sapristi

L’interiezione biasima la meraviglia. L’esclamazione che non si astiene dalla penultima enfasi, penultima in quanto raddoppia la razione rimostrata – quasi quasi si rifornisce dell’intensità – disapprova la colluvie della passione. Non più capacitata, non è in grado di risentire il sussurrio della passione e anzitutto le attenuanti del trasporto che non indicizzano le fragilità. Assorbente tanto i contraccolpi, tanto le concessioni quanto i risalti, quanto le ricadute l’esclamazione urla in direzione della scorretta passione, la quale non può fare a meno d’isolarsi con la meraviglia spassionata. Delusa dall’aver compromesso il buon lemma di cui è a parte, insoddisfatta, la passione incorpora l’enucleata meraviglia. Davvero, non sussiste limite alla trasgressione, in molteplici tempi era indotta nel tenersi alla larga il più possibile dalla meraviglia. L’interiezione censura il dimenare della meraviglia, non audace quanto irresistibilmente appassionato.