Un forsennato estrae dalla cassetta delle lettere, una busta affrancata. Non c’è alcun riferimento al mittente. Dall’androne del condominio risale all’interno. Il vano dell’ascensore è precluso da nastri incrocianti la manutenzione. I proprietari pensano ad una manomissione della schiavitù, gli inquilini ad una missione che ovvia il disorientamento dell’inviato. Da quel che risulta, il forsennato è un abusivo. Egli progredisce in scala, con un movimento di maneggio. Sul pianerottolo, ove non percepisce vicinanza, soprassiede al primo grado. Lacera la busta emancipata, osserva i giorni del mese di gennaio, con il sollievo del verso accosta il primo foglio all’ultimo, presunto, foglio. Scorre i giorni del mese di febbraio, per conversione l’ultimo mese dell’anno. Ricorre al satellite di marzo che rivoluziona la vigilia del capodanno. Aprile è macchiato da più lune, la restaurazione del quotidiano. Il concorso di maggio proroga la vacanza dell’anno. Il forsennato dispone il calendario sul secondo grado, pensieroso, non festeggia il compleanno.
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